Tutto ebbe inizio nell’ormai lontano 1965. Però, come qualsiasi altra data d’inizio, occorre un certo periodo di preparazione. Periodo nel quale, Mazzarrini Roberto, per una fortunata combinazione d’eventi, abbinata al suo ambizioso fare, ereditò, rilevò e comprò, quegl’indispensabili tasselli che fecero partire la nostra bell’Azienda. Ciò iniziò il 29 Gennaio del 1959 in cui sposa Grilli Fernanda, dopo un fidanzamento di circa dieci anni. Il 12 Marzo dell’anno seguente nasce il loro unico figlio Alberto. Con la famiglia in carico e risentendo le vicissitudini del dopoguerra, Roberto, era impegnato tutti i giorni dell’anno per garantire il benessere generale, sì, perché a quello specifico pensava la Fernanda. Ma qual’era allora l’impegno di Roberto? Beh! Erano tre. Il primo, era quello di aiutare il padre e gli zii nella loro reciproca attività di fabbro tutto l’anno. Il secondo, era quello di contoterzista con la mietitrebbia e simili da Marzo a Settembre. Il terzo, era quello di montatore e collaudatore dei molini per l’olive della ditta Veraci da Ottobre a Febbraio. Se notate il punto di forza di questi tre lavori pesanti è il ferro. Per cui potremmo affermare che Mazzarrini Roberto è “una persona di ferro!”. È qui che dobbiamo iniziare ad analizzare. Cosa ne dite se esclamo: “ Ma perché, la storia, che da senso a ciò che siamo oggi, è così difficile, sia da rintracciare, che da svolgere?”. Il primo lavoro, andò scemando mano a mano che i parenti morivano. Il secondo dovette rinunciarvi perché Alberto divenne allergico alle Graminaceae. Il terzo pertanto lo fece suo. Nel senso che, col tempo, cessò completamente di andare a fare l’operaio stagionale dalla Veraci ed aprì un molino tutto suo, il quale era situato sempre qui a Rigomagno, ma in Via della Croce 8, fino al 1985 in cui si trasferì in Via Palazzolo 5. Questo perché volle costruire una casa tutta sua in cui vivere e lavorare senza avere più obblighi di condivisione, ma anche e soprattutto perché il 9 Settembre del 1982 Alberto si sposò con Chietti Anna, dopo tre anni di fidanzamento. Per arrivare così a Romolo, che nacque il 31 Luglio del 1984 anche lui figlio unico, perché bisogna garantire l’integrità del capitale, dato che non c’è più il diritto inviolabile di primogenitura. Il 27 Marzo del 2009 Roberto è morto. Non ha fatto in tempo a diventare Bisnonno, perché essendo in forze ha dato la possibilità, assieme ad Alberto, di far studiare Romolo. Difatti, egli, si diplomò come Perito Agrario nel ramo agro-industriale al fu I.T.A.S. “A. Vegni”, da noi meglio noto come l’Istituto delle Capezzine, nel 2003. Per poi proseguire con due lauree: una triennale in Scienze e Tecnologie Alimentari nel 2010 ed una specialistica in Scienze e Tecnologie Agrarie nel 2013. Comunque sia, durante tutto il ciclo di studi Romolo a sempre aiutato il lavoro familiare, soprattutto dopo la morte del Nonno.
Sebbene, come tutte le famiglie che vivono in paesini di campagna un pezzo d’oliveto la Famiglia Mazzarrini l’ha sempre avuto. Però l’Azienda Agricola nasce ufficialmente nel 1990 a nome congiunto di Mazzarrini Alberto e Chietti Anna. Tale azienda è oggi suddivisa in: circa 7 ha di bosco; circa 7 ha d’oliveto; circa 1,5 ha di vigna; circa 1,5 ha di seminativo. “ha” in questo caso significa ettaro, un ettaro è 10000m2. L’oliveto, che è quello che a noi, in questo caso, interessa, è composto da circa 3000 piante di cui circa 2200 piantate da talea nel 1991. Le altre sono preesistenti e di difficile classificazione. Il suolo è tendenzialmente sassoso e ad un’altezza di circa 450m s.l.m.. “s.l.m.” qui sta a significare sopra il livello del mare. Le piantine sono per la maggior parte della varietà Leccino, ma sono presenti anche una buona quantità di Frantoio, Moraiolo e Pendolino. Tali piante sono allevate in sesto d’impianto (5x5)m con potatura annuale a vaso. Il terreno viene lavorato almeno due volte l’anno ed altrettante viene tagliata l’erba. La raccolta viene fatta prima con degli agevolatori portatili e poi manualmente per recuperare subito quelle più sfuggevoli. Le olive così raccolte vengono messe in delle cassette forate non troppo piene e frante la sera stessa. Tutta l’azienda è a regime biologico, pertanto anche le altre operazioni colturali, ossia ramatura e concimazione, sono ridotte al minimo.